mercoledì 31 ottobre 2012

A Niccolò Fabi: "Ecco" solo un uomo!

NON E' SOLO UNA CANZONE

Ciao Niccolò

Sono le 19 e 34 di questo ultimo giorno d’Ottobre, fuori è buio e col buio la poesia inizia ad annidarsi ovunque: “Prego prendete posto fino a esaurimento”. La notte è il guanto perfetto per chi è alla ricerca della poesia, e io sto ascoltando “Ecco”, il tuo nuovo album, ed ecco… arriva tutto. 
Arriva, tutto! 
Si percepisce il momento del concepimento dell'idee e i tuoi pensieri che rincorrendosi sono diventati musica. Si ascolta la gioia nel vederli crescere e prendere forma, ma soprattutto vanno a segno le parole che, raccontate dalla tua voce, sembrano carezze che tranquillizzano e che ti fanno venire voglia di osservare il cielo.

domenica 28 ottobre 2012

A Barbara Berlusconi: di suo padre Silvio

a Barbara Berlusconi: di suo padre Silvio


Ciao Barbara

Scrivo a te perché ho la convinzione che se in ogni persona, nessuno escluso, esista uno scrigno che ne racchiuda la parte più pura dell’anima, nelle donne questa purezza è un principio fondamentale, oltre ad essere più spiccato e più semplice da trovare, per questo credo che tu possa comprendere al meglio le mie parole.

martedì 23 ottobre 2012

A Fabio Volo: in "Mattatoio numero 5" di Kurt Vonnegut c'è tutto quello che devi sapere! (Grazie per avermelo fatto incontrare)



Ciao Fabio (mentre scrivo ascolto “Uprising” di Bob Marley)

C’è una storia che non ti ho mai raccontato, una bella storia, e penso che questo si il momento giusto per farlo:


Era una sera di inizio settimana di metà Novembre 2008 e rientrai a casa verso mezzanotte e mezza, già tardi se il giorno dopo ti devi svegliare alle 7 e 30 per andare a lavoro. Invece di preparami per andare a letto, accesi la tv. Indossavo ancora con il giubbotto e l'accesi senza un motivo particolare. Il canale che era rimasto in memoria era MTV. Stavano trasmettendo un tuo programma, “Italoamericano”e c’eri tu. Eri a Washington DC, seduto vicino all’obelisco egizio e stavi leggendo qualcosa:


“Gli aviatori americani lasciarono l'uniforme e diventarono dei ragazzi. E Hitler,