sabato 12 luglio 2014

Benvenuti al Teatro musicale di Caparezza: il MUSEICA TOUR (recensione)

"VORREI UN MONDO PIENO DI CAPAREZZA" cit. Zi Rock


Come per ogni concerto che si rispetti c’è sempre quella canzone che si sarebbe voluto ascoltare ma che non è stata inserita nella track list: 
per esempio io sarei stato felice con “Jodellavitanonhocapitouncazzo”, ma solo perché mi ricorda il mio primo entusiasmante concerto di Caparezza nel 2004, che fu aperto come gruppo spalla dagli allora sconosciuti Negramaro.



Quello fu il primo al quale ne seguirono altri 6, sempre diversi… fino ad arrivare a ieri sera, fino al City Sound di Milano:

Siete mai andati a vedere un concerto e invece vi siete ritrovati a teatro?

Se la risposta è "No" è perché non siete mai stati a un concerto di Michele Salvemini detto "Caparezza".

Questa volta però, il musico di Molfetta ha voluto esagerare trasformando la sua esibizione musicale in una lezione di storia dell'arte da ballare fra sorprendenti scenografie di cartapesta e le tele della sua immaginazione esposte nel museo del MUSEICA TOUR.


"ACCORRETE PUBBLICO... E' TUTTO COMPRESO NEL PREZZO!"

...e lo spettacolo ha inizio:

Caparezza fa il suo ingresso in scena uscendo all'improvviso da una matrioska gigante e urlando "MUSEICAAAA!!!"... è il principio del "Capa Sound" che per due ore infiammerà i dieci mila presenti.

...la prima opera che ci mostra è "Avrai ragione tu"con tanto di lobotomia in salsa sovietica sul palco e
"Voglio la Padania libera via dall'Europa per il gusto di chiamarvi extracomunitari" nel testo...

...poi ecco la lezione su Pablo Picasso... "perché l'arte è politica", dice Caparezza, e "GUERNICA" è un chiaro messaggio di vaffanculo ai regimi fascisti, penso io... in scena entra il toro raffigurato nel quadro del pittore spagnolo e i musicanti partono con "Dalla parte del toro", una delle più amate canzoni di caparezziana fattura.


Non c'è un attimo di sosta, prima di ogni canzone c’è uno sketch interpretato insieme al fedele Diego Perrone che dal 2002 gli fa da seconda voce. 

C'è sempre una sorpresa, dipinge quadri surrealisti o compaiono i suoi alter ego di cartapesta del bene e del male. 
Il male
Non dimenticate che siamo a un concerto, siamo in un museo, siamo a teatro... 

Appare sul palcoscenico Vincent Van Gogh in carne ed ossa e Caparezza attacca con "Mica Van Gogh”, poi esegue delle nuove canzoni "Giotto beat" in sella a una lambretta bidimensionale e quindi senza prospettiva; ed ecco “Teste di Modì” e “Kitaro", dedicata a tutti bambini giapponesi nati negli anni '60 presenti fra il pubblico, e poi quella carezza all'anima che "China Town”. 
Prima di “Cover" inscena l'incontro con un hippy nel deserto (interpretato da Perrone):
"Sei mai uscito dal tuo corpo?" gli chiede Caparezza 
"Certo!" risponde Perrone 
"Anch'io vorrei provare" ammette Caparezza 
"Anche tu vorresti uscire dal mio corpo?" si sorprende il freak Perrone… 
ecco il cabaret!



Alle nuove alterna le canzoni che sono diventate bandiere d’orgoglio per i fan di Caparezza: "La mia parte intollerante”, "Non siete Stato voi" che dovremmo imparare tutti a memoria, "Io vengo dalla luna”, “Abiura di me” e “Vieni a ballare in Puglia”, l’enorme entusiasmo che divampa dimostra quanto l’energia scaturita dal genio di Caparezza si sia propagata nel panorama musicale italiano


“IL MUSEO CHIUDERA’ FRA POCHI MINUTI”

Si chiude con “E’ tardi” e con “la fine di Gaia” e mentre la folla defluisce sotto le note registrate di “canzoni all’uscita”… osservo il pubblico senza età di Caparezza…e mi piace il pensiero che i suoi testi illuminati vengano assimilati dai tanti ragazzini presenti al concerto perché...

...se l’arte è politica la sua arte è fiducia nel futuro.


Questo è il potere di Caparezza signori... questo è ciò che succede quando lui riesce a dar vita a ciò che scrive…

e sappiate che i Negramaro aprivano i suoi concerti!

K




PS A proposito “Jodellavitanonhocapitouncazzo”…  eccola:




PPS Ieri come gruppo spalla c’erano i “Nobraino” (un nome più difficile non potevano sceglierlo!) che menziono più che volentieri per la loro musica che sorprende:



Il pubblico di ieri




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