mercoledì 23 luglio 2014

"Il Gladiatore" (recensione): avete presente "Al mio segnale scatenate l'inferno!"?

di Claudio Villanova



"Il generale che diventa uno schiavo, lo schiavo che diventa gladiatore, il gladiatore che sfidò un'imperatore...una storia che colpisce

Con queste parole il viscido Imperatore Commodo (Joaquin Phoenix, uno che non ti delude mai) sintetizza la trama de "Il gladiatore”, la storia dell'eroe Massimo Decimo Meridio interpretato da Russel Crowe.


L’odioso Commodo “Phoenix” ammazza suo padre l’imperatore Marco Aurelio, gli succede al trono che il padre aveva destinato al fidato Generale Massimo “Crowe”, e cerca di sbarazzarsi di quest’ultimo che si rifiuta di assoggettarsi al suo potere, facendolo arrestare per poi giustiziarlo. 


Ma Massimo è Generale mica per niente e sfugge alla cattura. Allora Commodo, figlio di puttana come pochi, gli ammazza la moglie e il figlio… ma è lì che si scava la fossa.
Il destino di Massimo si tinge dei colori della vendetta e tutti gli eventi cospireranno in favore del "buon Meridio" affinché essa si possa compiere: sarà prima schiavo e poi gladiatore, temprando la sua pellaccia alle angherie della vita, fino allo scontro finale... come da copione in ogni film che si rispetti.


La trama de “Il gladiatore" è una semplice storia di vendetta come un’altra, ma allora cosa lo rende così grande? 
Il film sicuramente gode di un cast spettacolare su cui spicca Russel Crowe, che riesce a impersonare il ruolo di Massimo in modo perfetto ma da cui difficilmente si saprà allontanare sia nei film a venire che nell'immaginario comune: 
"Hey ma tu non sei quello del gladiatore?" gli si chiederà fra 100 anni!



A rendere ulteriormente importante questo film ci pensa la splendida colonna sonora di Hans Zimmer,  che è molto presente nel film per enfatizzare le scene più emozionanti e più significative. 
Le scene d’azione (in particolare quelle dei gladiatori) girate ad arte da Ridley Scott sono il fiore all'occhiello del film, anche grazie all'aiuto di un montaggio eccezionale ad opera dell'italiano Pietro Scalia.



Il regista britannico quindi recupera il genere storico che Hollywood stava abbandonando, facendolo ritornare di "moda" e purtroppo dando il via a produzioni molto simili ma di scarso livello (mi viene in mente "300" di Zack Snyder).
Purtroppo “Il gladiatore” non riesce ad eccellere nella costruzione dei personaggi, che ha molta cura dei protagonisti (Commodo ne è un esempio), ma tratta con troppa superficialità i soggetti secondari.



Scott utilizza una regia ben diversa da quella di Blade Runner, nel quale aveva uno sguardo più ampio e una costruzione della scenografia più curata (Los Angeles era straordinaria, pazzesca!), mentre qui utilizza per lo più piani medi o primi piani, che funzionano per farci sentire più vicini i personaggi ma a lungo andare possono stancare e (ahinoi!)  quei pochi squarci della Roma Antica non riescono a dare l'idea della sua potenza e imponenza.



I temi trattati nel film sono molti e importanti, c'è la vendetta, la giustizia e la liberazione dell'anima dopo la morte, ma c’è ne uno che guai se dovesse essere sottovalutato: 
la riflessione di Scott sulla spettacolarizzazione dell'arte e l'utilizzo dell'intrattenimento per controllare le masse, temi quanto mai attuali.

Ecco "Il Gladiatore" film di inizio millennio e da inizio millennio, vincitore di 5 meritati Premi Oscar.


Voto 8: vi basti questa frase:




"Casomai non vi rivedessi... buon pomeriggio, buonasera e buonanotte"


C.V.

Poteva mancare Francesco Totti
Un po' di backstage



1 commento:

  1. Ci sono anche l'amicizia e la fedeltà. Uno dei film che più ho amato. A me è piaciuto anche il personaggio di Quinto, fedele a Roma e al suo ruolo militare. Il film per me è suggestivo specialmente nelle ricostruzioni architettoniche. Sono nata a Roma e vederla, anche se virtualmente, ricostruita mi sempre un effetto tanto! Comunque io al film darei un 10 per le emozioni che mi ha regalato e la tua recensione l'ho trovata molto soddisfacente. Ciao!

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