martedì 24 febbraio 2015

"Numero Zero" di Umberto Eco: recensione di un capolavoro mancato.

Come tutti i libri di Eco, "Numero zero" accende  il motore dei pensieri macinando chilometri di riflessioni e domande, ma non è la sua migliore opera, anzi... visto i temi trattati (il giornalismo e la Storia d'Italia degli ultimi 70 anni) sembra un capolavoro mancato:
a volte sembra troppo scontato per essere stato scritto da una mente eccelsa quale l'autore è*, altre volte sembra scritto con troppa voglia di terminarlo, "buttato via" si dice in gergo artistico, come se mancasse qualcosa...
ALT!
...mi fermo qui perché mi vergogno un po' a criticare qualcosa scritta da Umberto Eco per il quale ho un'ammirazione artistica oltre la logica... 
quindi passo subito a raccontare "Numero Zero" e ai posteri l'ardua sentenza!





E' il 1992, ci sono le inchieste di "Mani Pulite", i vecchi partiti muoiono e gli italiani pensano di essere all'alba di un'Italia Migliore e più Onesta ma invece sono solo all'inizio delle loro disgrazie future:
...in quell'anno germogliano i semi delle miserie dell'odierno giornalismo italiano ed Eco non esita a fare a pezzi quella parte di giornalismo che esiste solo per infamare, distogliere l'attenzione, onorare gli amici e distruggere i nemici... 

Cito testuale:
"Al nostro editore farà dunque piacere vedere come si può gettare un ombra di sospetto su di un giudice ficcanaso (...) oggi per controbattere un'accusa non è necessario provare il contrario, basta delegittimare l'accusatore".

L'editore in questione è il Commendatore Vimercate che fonda “Domani”, un quotidiano disposto a dire la verità  ma che non è destinato alla vendita al pubblico perché il Commendatore farà in modo che sia visto solo da chi sa lui...
e "chi sa lui" sono le lobby di potere (dalla finanza alla politica) alle quali vuole far arrivare il messaggio che i suoi giornalisti sono in grado di sputtanare chiunque, nessuno escluso... e quindi avvertirle che il Commendatore dev'essere trattato con il massimo rispetto... non so se ci siamo spiegati!  
"Domani" è un quotidiano fasullo poiché consiste in dodici numeri zero, retrodatati e scritti parecchi giorni dopo che i fatti sono avvenuti, così da far credere di poterne prevedere con certezza le conseguenze grazie all'infallibile fiuto "giornalistico" dei suoi giornalisti.



La voce narrante è di tal Colonna, scrittore fallito e vice-direttore di "Domani", complice più per fame che per fama del piano del Commendatore. Intorno a lui c'è un'improbabile e ignara redazione del quotidiano, grottesca rappresentazione di quelle dei quotidiani odierni buoni solo a urlare titoli sensazionali, dediti a minacciare più che a informare. 

I riferimenti a persone realmente esistenti non sono nemmeno tanto velati,
cito testuale: 
".. pare che il nostre editore abbia detto una volta che gli spettatori delle sue televisioni hanno l'eta (mentale) media di dodici anni"
quindi il Commendatore in questione è platealmente Silvio Berlusconi



e di conseguenza il quotidiano da lui fondato non può che far pensare a "Il Giornale" o a "Libero"... ma ormai nemmeno "La Repubblica" o "L'Unità" (che fu) possono ritenersi immuni dal virus poco professionale della macchina del  fango... quindi l'imprenditore (per assurdo) potrebbe essere anche De Benedetti.

A pagina 130 c'è addirittura un riferimento alla farsesca storia giornalistica del giudice Mesiano

A un certo punto della lettura di "Numero Zero" non si capisce dove il semiologo voglia condurre con le sue divagazioni...
... ci si chiede cosa c'entra “Mani pulite” con Gladio e perché la misteriosa morte di Papa Luciani  avrebbe a che fare con la P2? 
Cosa c'entrano la CIA con Andreotti e con il golpe Borghese(...la CIA e Andreotti c'entrano sempre!)
Perché due amanti sulle rive del lago d'Orta nel 1992 dovrebbero essere così interessati ai fatti di Dongo dell'Aprile del 1945, ma soprattutto... 
"Mussolini è davvero morto quel giorno?".



...e mentre si è lì a chiedersi tutto questo...
durante la notte il lavandino di casa tua smette improvvisamente di gocciolare
e rimbomba la solita inquietante domanda che è naturale farsi mentre si legge Umberto Eco
"..e se fosse tutto vero?"
...del resto nei suoi romanzi (anche in quelli meno riusciti come questo) è sempre tutto al proprio posto!

Se questo libro fosse stato scritto da chiunque altro sarebbe stato un buon libro, pieno di spunti interessanti, ma purtroppo si giudica tutto in base alle proprie maledette e spontanee aspettative e io (erroneamente) da Eco mi attendo sempre e solo capolavori indimenticabili... quel che "Numero zero" non è.

Caro Umberto...
...mi hai abituato troppo bene!

K

*"La muraglia cinese e la testa di Umberto Eco sono le uniche di cose che si possono vedere a occhio nudo dalla luna" Cit. Daniele Luttazzi








Nessun commento:

Posta un commento

...E TU... COSA NE PENSI?

..LA TUA OPINIONE E' IMPORTANTE!

Si prega di firmare i commenti (anche solo con il nome) e di rispettare le idee altrui! Gli insulti verranno bannati.