martedì 1 settembre 2015

L'Aquila: dove il presente non esiste

L'Aquila ti accoglie così:



uno scenario di guerra dove guerra non c'è stata,
come un respiro trattenuto
come un pensiero inaccettabile
"Com'è possibile?" ci si chiede guardando le case sventrate dal terremoto del 2009 ma immuatate dalla stupidità umana..
Quelle stanze sospese nel vuoto dove sono state vissute vite quotidiane
vite sospese nel vuoto
sembrano un monito urlato inutilmente al mondo
dal cuore trafitto dell'Abruzzo,
dallo stomaco infiammato dell'Italia...
perché L'Aquila si trova proprio lì, all'altezza della pancia della Nostra Nazione malata di burocrazia e corruzione.


...e se un organo non funziona non funziona più nulla nel corpo di un essere vivente,
per questo finché L'Aquila verserà in questo stato vegetativo... nulla potrà funzionare ad Aosta come ad Agrigento.



"La ricostruzione è iniziata!" ci dicono ed è evidente, per una volta gli strilloni del potere non mentono... 
sono passati 6 lunghissimi anni ma... è vero, la ricostruzione è iniziata: 
il centro di L'Aquila è un immenso cantiere a cielo aperto.
Girando per il tetro silenzio delle sue vie si intuisce perché il 6 Aprile 2009 l'imprenditore Piscitelli rideva mentre L'Aquila veniva distrutta, rasa al suolo dalla furia indifferente della Natura...
"Qui piovono soldi, tanti soldi dal cielo"... viene istintivo pensare!




La desolante via principale del centro

...ma a me non basta guardare e darmi risposte da solo o immaginare realtà di vita, 
allora mi fermo a parlare con i suoi abitanti, con chi L'Aquila la vive ogni giorno:
tutte le persone con cui parlo mi mostrano sorrisi amari
ma hanno una dignità negli occhi che ti viene voglia di abbracciarle:

"Che bella che era la mia città prima del terremoto..." mi dice un barista di una delle poche attività che hanno riaperto in centro "...e che bella che tornerà ad essere, ma hanno fatto passare troppo tempo prima di iniziare la ricostruzione, lo strato sociale ed economico non esiste più, i grandi professionisti ci hanno abbandonato, così come i grandi clinici... prima di tornare alla vita normale passeranno decenni se non.. mai!"

Il presente a L'Aquila non esiste,
c'è solo un passato splendente al quale aggrapparsi e un futuro di rinascita troppo lontano,
troppo offuscato dalle promesse diventate inganni,
troppo offeso dalle falsità raccontate per essere credibile e
"...noi aquilani viviamo in una città che non è più una città!
Mai io resto... perché sono aquilano!".

"Cosa si può fare per L'Aquila?" mi sono chiesto mentre riprendevo la mia strada:
Ma certo! Un grande festival musicale con cadenza annuale tipo il Sziget in Ungheria o il Lollapalooza statunitense, dove si esibiscano cantanti italiani (si astengano i talent o simili) e importanti guest star straniere di indubbio richiamo per migliaia di persone (sognando Sprigsteen, i Red Hot Chilli Peppers o i Foo Fighters)... 
sarebbe un modo perché L'Aquila possa avere una degna copertura mediatica e perché una potente energia vitale continui ad affluire in questa gloriosa città umiliata e dimenticata.

...un festival a L'Aquila...
perché no?

K
La tristemente nota Casa dello Studente

L'Aquila appena fuori dal centro:




Il Palazzo del Governo oggi e poco dopo il terremoto

Il centro di L'Aquila frequentato per lo più da muratori, artigiani e simili

Le nuove case in Centro

Immaginate Corso Vittorio Emanuele a Milano
o Via del Corso a Roma così a mezzogiorno!


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