mercoledì 8 giugno 2016

"Il gusto proibito dello zenzero": oltre la guerra, oltre il tempo (recensione)


Era il 1942 e c'era la guerra.
C'era Keiko che aveva 12 anni e viveva a Seattle. 
E c'era Henry Lee che aveva anche lui 12 anni e viveva a Seattle. 

Lei aveva gli occhi a mandorla perché era americana di origine giapponese ma della lingua nipponica non conosceva nemmeno una parola.
Anche lui aveva gli occhi a mandorla perché era americano di origine cinese,
e girava con un distintivo con su scritto "Io sono cinese" per non essere scambiato per giapponese, perché il Giappone era nemico degli americani.

Poi i giapponesi attaccarono, Pearl Harbor bruciava ancora e i pazzi dicono che in guerra tutto è lecito... 
così anche gli Stati Uniti ebbero i loro "bei" campi di concentramento dove internare i giapponesi residenti sul suolo americano... 
uomini, donne, bambini, anziani, tutti deportati lontano dalla costa orientale perché, chissà, per evitare che fra loro si nascondesse qualche spia, quindi meglio tenerli d'occhio.  Non li uccidevano come facevano i nazisti con gli ebrei (a meno che qualcuno non si fosse agitato troppo), ma comunque privavano innocenti della libertà recintandoli con quel filo spinato tanto caro ai potenti del mondo.

Keiko fu strappata da Seattle, da casa sua, dalla sua vita e da... Henry Lee, il suo migliore amico, che era cinese e quindi era dalla parte dei buoni... anche se per qualcuno, cinese o giapponese  erano entrambi da disprezzare in quanto stranieri.

Ecco che non c'era più Keiko...  bensì un enorme vuoto nella vita di Henry Lee... 
di quei vuoti capaci di trasformare l'amicizia in amore, 
vuoti che non ti lasciano più in pace e tornano a risplendere di bellezza e nostalgia anche a distanza di decenni perché...
"cerco di non vivere nel passato ma è il passato che vive in me".



Il gusto proibito dello zenzero” di Jamie Ford, un commovente romanzo d'amore che ci racconta di come un sentimento forte possa sbaragliare le barriere erette dal Tempo, dalla stupidità del razzismo, dalle incomprensioni familiari e dalla Storia che cancella dalla Memoria dell'Umanità fatti che per i vincitori è meglio dimenticare.

Era il 1942, c'era la guerra ma c'era anche il jazz di Sheldon e Oscar Holden che suoneranno in ogni pagina la loro musica meravigliosa che avrebbe fatto da colonna sonora alle vite di Keiko e Henry Lee, unendoli per sempre.


K

Il vero Hotel Panama a Seattle

immagini della deportazione giapponese negli Stati Uniti
 durante la Seconda Guerra Mondiale:





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